lunedì 29 marzo 2010

Grandi opere - trasformare conflitto in consenso (e non temere l’effetto Nimby)

Investire nel dialogo preventivo è più efficace che comunicare decisioni già prese



Si stima che in Italia circa 90% delle grandi opere sono contestate fortemente dalle comunità locali, causando spesso ritardi e aumenti significativi dei costi per le società e gli enti proponenti e per il
sistema Paese.
Chi di noi vuole che si metta una discarica, un carcere, o uno svincolo autostradale a pochi metri dal portone di casa? Infatti, il problema è noto proprio come la Sindrome NIMBY, cioè “non nel mio cortile” in inglese (Not In My Back Yard).

Il gruppo di lavoro di FERPI sulla sindrome di NIMBY sta seguendo con attenzione l’evoluzione della questione in Italia.

Ma se un’attività mirata e coordinata di comunicazione può mitigare l’impatto di eventuali proteste e contestazioni locali, l’efficacia è comunque limitata se cosa fare e dove farlo è già definitivo. Si può fare, ma è un po’ come chiudere il cancello della stalla dopo che le vacche se ne sono andate.

Dialogo Preventivo

L’interpretazione del fenomeno Nimby, quindi, non dovrebbe limitarsi alla sola gestione successiva della comunicazione di un’opera o investimento già programmato. Le imprese e le amministrazioni pubbliche devono essere consapevoli del rischio che corrono quando evitano il confronto preventivo con quei pubblici locali che temono effetti negative per se stessi e le loro comunità.
Non è una questione di facciata. La decisione di promuovere processi partecipativi ha in sé ragioni di efficienza e di economicità; paga di più risolvere le cose bene prima che affrontarle dopo. In altre parole, meglio prevenire che curare.
Ben consapevole dell’utilità di dialogo preventivo con i pubblici locali, la Regione Toscana ha introdotto una specifica legge regionale (n. 69/2007) sulla partecipazione che sostiene finanziariamente i comuni che avviano un processo partecipativo a monte della realizzazione di un progetto di infrastruttura o impianti impattanti.
L’altro motivo che è rischioso confinare la governance della comunicazione solo alla fase realizzativa delle opera ad impatto territoriale e non instaurare un momento di ascolto nella fase di progettazione e pianificazione delle opere è più importante. Qualche volta, quelli che protestano hanno ragione.


Un Caso di Successo

Sergio Vazzoler, responsabile per il gruppo di lavoro NIMBY di FERPI ha pubblicato in questi giorni un interessante articolo/intervista che illumina come un lavoro ben articolato e pianificato di ascolto e comunicazione possa risparmiare tempo e risorse alla collettività, completando opere utili in tempi ragionevoli.

È passato ormai un anno dallo svolgimento della prima esperienza italiana di un confronto pubblico preventivo su una grande opera infrastrutturale (sul modello del débat public già sperimentato ampiamente in Francia).

L’esperimento Italiano si è svolta a Genova attorno all’ipotesi di tracciato della Gronda autostradale di Ponente. Un percorso che ha visto protagonista il lavoro del Professor Luigi Bobbio, esperto in analisi delle politiche pubbliche e in processi decisionali inclusivi che ha ricoperto il ruolo di Presidente della Commissione indipendente, nominata dal Comune di Genova per gestire il dibattito pubblico.

I risultati sono stati consistenti e efficaci. Al termine del dibattito, così com’era stato previsto, la società Autostrade ha comunicato pubblicamente come intende raccogliere gli argomenti emersi e ha formulato una nuova proposta progettuale che si basava su una delle cinque alternative di tracciato che aveva proposto in apertura del dibattito, ma vi introduce notevoli correzioni tenendo conto delle osservazioni e delle proposte formulate dai cittadini. L’impatto sulle case (uno dei problemi più sentiti) è stato ridotto al minimo. Pochi mesi dopo (febbraio 2010), questa ipotesi è stata sancita ufficialmente in un protocollo di intesa tra Anas e enti locali. La società Autostrade ha quindi avviato la progettazione preliminare che concluderà entro quest’anno. Il protocollo stabilisce anche l’istituzione, prevista nel corso del dibattito, di un osservatorio locale (cui parteciperanno anche cittadini eletti) che interloquirà con Autostrade sulla progettazione e poi sulla realizzazione dell’opera. Attualmente l’osservatorio è in via di costituzione.
Il dibattito / campagna è costato 191.000 euro di cui il 73% a carico di Autostrade per l’Italia e il 37% a carico del Comune di Genova. Un quantità irrisoria rispetto al costo dell’opera (tra i 3 e i 4 miliardi). 
Per il progetto “gemello” francese il dibattito dura 4 mesi ed è preceduto da un’attività preparatoria di 6-10 mesi. A Genova i committenti hanno imposto tempi molto più stretti. La fase preparatoria è durata solo un mese e mezzo. Il dibattito vero e proprio è durato tre mesi, dal 6 febbraio al 30 aprile 2009. L’avere a disposizione una scadenza chiaramente definita e nota a tutti è molto importante perché obbliga tutti gli attori a esprimere il proprio punto di vista entro un limite temporale ben chiaro. Il dibattito si è snodato attraverso 14 incontri pubblici il cui calendario è stato comunicato il primo giorno del dibattito. Tutti i soggetti interessanti sapevano quindi dall’inizio come e quando si sarebbe svolto.
Mi pare fondamentale che le imprese proponenti si facciano direttamente carico dei costi di un dibattito pubblico sui loro progetti.


Joshua Lawrence

Delegato FERPI Abruzzo
forwarditalia@tiscali.it




L’intervista completa, ricca di spunti e analisi, si trova presso il sito della FERPI

http://www.ferpi.it/ferpi/novita/notizie_ferpi/notizie_ferpi/nimby-dibattiti-pubblici-e-nuove-sfide/notizia_ferpi/41016/11

mercoledì 24 marzo 2010

Carissimo Davide (la lettera di Sofia all'amico portato via dal Sisma)

Non è esattamente in linea con l'obiettivo di questo blog, ma riproduco qui la lettera scritta da mia figlia Sofia e apparsa su Il Centro di oggi (22 marzo 2010). Il giornalista aquilano (e onnese) Giustino Parisse ha fatto visita alla sua classe ieri e la sua professoressa le ha chiesto di scrivere qualcosa per l'evento. Questo è il testo originale.


Pescara, 21 Marzo 2010

Carissimo Davide,
è passato quasi un anno da quella notte.
Sai, ho avuto tanta paura. Tutto tremava: la casa, i letti, i mobili, il mio cuore, tutto. Camminavo trafelata per i corridoi di casa, i piedi che si ferivano nel calpestare i calcinacci e i vetri dei quadri e delle lampade. Un boato, un boato assordante riempiva l'aria e la rendeva pesante, insopportabile. Tutti gli altri suoni arrivavano alle mie orecchie ovattati, distanti, lontani. Appena fuori casa il gelo pungente della brezza primaverile mi riportò alla realtà. I miei occhi videro ciò che non avrebbero mai voluto osservare. Tutto cadeva: i palazzi si sbriciolavano, le persone si buttavano dalle finestre cercando in quell'attimo di pazzia l'unica fuga da quella forza invincibile che avidamente trascinava la mia città nel buio più profondo. Avevo una strana concezione del presente, sapevo ciò stava accadendo ma in ogni caso una remota parte di me si rifiutava di crederci. Insieme a mia sorella mi infilai in macchina. Non sapevo perché ma speravo che entrando lì dentro sarebbe finito tutto. Ma purtroppo non fu così.
La terra tremava ancora, a volte più forte, a volte più piano, ma tremava, sempre. La notte sembrava non finire e quando il sole apparve dietro le montagne stentavo a crederci. Non avevo nessuna idea di cosa stava accadendo al di fuori dell'automobile, ma in ogni caso ero sicura che sarebbe stata una cosa orribile. Infatti non mi sbagliavo. Dopo aver recuperato nonna ed esser andati a Navelli, arrivò la notizia. Quella notizia, la notizia che mi avrebbe strappato lacrime per tutti i giorni a venire, e quando le lacrime avrebbero smesso di segnarmi le guance, avrei sentito lo stesso un vuoto pesante e sempre presente in fondo alla mia anima. Il telefono squillò per 30 interminabili secondi fino a quando mia mamma non rispose. Rimase in silenzio mentre ascoltava ciò che la persona dall'altro lato della cornetta stava dicendo, qualcosa di brutto, poiché l'espressone del suo viso cambiò all'improvviso, da sconvolta a terribilmente addolorata. Una sola e lenta lacrima scese lungo il profilo del suo viso, venne seguita da un'altra, e un'altra e un'altra ancora fino a quando non si unirono ai singhiozzi e non trasformo quel dolore interiore in uno straziante pianto. Quando chiuse il telefono la stetti ad ascoltare. Non volevo credere a ciò che mi diceva, a quella voce che continuava a ripetermi che te n'eri andato via, che eri volato in cielo, che ci avevi lasciato per sempre. Non volevo crederci, non potevo. Mentre mia mamma mi abbracciava e piangevamo insieme, rividi tutti i momenti passati con te. La scuola, le gite scolastiche, le interrogazioni, le partite a pallarilanciata, i giochi a piazza Pasquale Paoli o in Piazza Duomo, le passeggiate per il corso, i pomeriggi al palaghiaccio. Ora che ci penso noi due non eravamo molto legati, tu eri così arrogante e prepotente, io orgogliosa e indipendente, ma quei momenti passati a litigare ora mi sembrano terribilmente dolci, stranamente belli. Quando tu c'eri non mi ero mai resa conto dei tuoi pregi: tu eri dolce, sensibile anche se non sempre lo sembravi, sempre allegro, spensierato, non ti importava di ciò che pensavano gli altri, eri semplice nello spirito, sincero nei sentimenti. Il tuo sorriso ce l'ho costantemente stampato nella mente, le tue risa riempiono le mie orecchie nei momenti più difficili e mi aiutano a superarli. Mi dispiace non averti vicino. Mi dispiace doverti dare delle brutte notizie. Tutti i luoghi che hanno ospitato i momenti passati assieme non ci sono più. Provo grande dolore a doverti dire che la Nostra Piazza Duomo è ora occupata da grandi tende bianche, che il Nostro Piazzale Paoli è ora pieno di buche, che i Nostri Portici sono chiusi, che la Nostra Scuola è rotta, che Tutto è rotto. In un anno è stato fatto tanto e poco: molte persone hanno avuto una casa, un posto in cui vivere, fuori dalla città. Ma il centro storico è stato chiuso per tanto tempo e quando lo hanno aperto lo spettacolo era agghiacciante. Piano piano hanno riaperto un po di Centro alla volta, ma le macerie erano da tutte le parti. Un mese fa gli Aquilani hanno cominciato a protestare, e queste proteste hanno portato alla cosiddetta “Rivolta delle cariole” e lentamente la gente ha liberato il centro dalle macerie. Ci tenevo a dirti ciò poiché so che tenevi tanto a questa città e sono certa che sapere che non è stata abbandonata o dimenticata ti faccia piacere. Prima di salutarti volevo dirti che i momenti passati con te hanno contribuito a formare una persona riflessiva che cerca di aiutare gli altri, in un certo senso più matura. Grazie perché con te ho vissuto dei bellissimi momenti, delle stupende giornate, dei giochi meravigliosi. Grazie perché sei esistito e Grazie perché continuerai a esistere dentro il cuore, l'anima e la mente di chi ha passato delle esperienze con te. Grazie perché le tue risate ci sollevano nei momenti in cui il dolore ci riempie l'anima. Grazie di tutto. Ricordati delle persone che ti hanno voluto bene e di quelle che sempre te ne vorranno. Tanti baci e abbracci anche alla tua mamma e al tuo fratellino.
Con enorme Affetto.
Sofia Lawrence

PS: La sera quando vado a dormire guardo la tua foto. L'ho appesa vicino al mio comodino, così ti posso salutare. La notte sogno il tuo sorriso e le tue risate. MI MANCHI. CI MANCHI.



Nota Bene: L'articolo che descrive la giornata di ieri si può leggere qui: http://ilcentro.gelocal.it/dettaglio/%C2%ABfate-una-carezza-ai-vostri-genitori%C2%BB/1893977

http://www.facebook.com/home.php?#!/note.php?note_id=375775618300&comments

mercoledì 17 marzo 2010

Se i tempi sono lunghi anche per Micron?

Domanda provocatoria mentre ascolto il dibattito alla Camera sulle misure per contrastare la crisi economica. Se un gigante come la Micron non ha notizie dopo mesi di una domanda per accedere a finanziamenti per la ricerca a sviluppo, che ci dice di come vengono gestite gli incentivi industriali in Italia?
Nel mercato la capacità di agire speditamente con un progetto d’impresa, che sia un giovani start-up oppure una multinazionale americana con diverse migliaia di dipendenti in Italia. Finanziamenti che arrivano molti mesi, a volte anni, dopo la richiesta servono solo come premio a chi è riuscito a fare il progetto comunque, oppure ha chi può fare ben altro nel frattempo.

L’Abruzzo e il territorio provinciale dell’Aquila hanno bisogno di ben altro. Potrebbe essere un luogo di sperimentazione di nuovi modelli di incentivi alle imprese e di strategie per stimolare un ecosistema imprenditoriale virtuoso?

Joshua Lawrence





MICRON: PROCEDURE PER FINANZIAMENTI UE SONO FERME
(AGI) Avezzano (L’Aquila), 16 mar. - Da tempo Micron Technology Italia ha avviato, per la prima volta nella sua storia, procedure per richiedere i finanziamenti previsti dalle regole comunitarie in casi di investimento industriale e di progetti di Ricerca e Sviluppo.
“La valutazione del progetto industriale sta procedendo - si afferma in una nota della Micron - secondo le tempistiche previste dal decreto in materia, con una proficua interazione tra Micron e Invitalia, la società incaricata dal Ministero per valutare la portata del progetto. La valutazione del progetto di Ricerca e Sviluppo e’, invece, totalmente ferma. La Commissione Europea ha riconosciuto l’elettronica e in particolare i semiconduttori, quale tecnologia abilitante per lo sviluppo industriale in Europa. Paesi come la Francia, la Germania e l’Irlanda - prosegue la nota - sono molto attivi nel promuovere contesti nel quale l’industria dei semiconduttori possa svilupparsi nel tempo. In Italia abbiamo sentito parlare molte volte di sviluppo industriale e alcuni settori sono stati pubblicamente menzionati per la loro importanza nel Paese. I semiconduttori non sono tra questi, nonostante nel nostro Paese vi siano tre tra le più importanti aziende del settore. L’Italia - dice ancora Micron - è oggi un’area di forte attenzione per Micron grazie alla capacità di competere nel mercato globale che lo stabilimento di Avezzano ha mostrato negli anni. In Italia e’ fortemente presente Numonyx, società su cui Micron ha in corso un processo di acquisizione che, se completato, porterebbe Micron ad essere una delle maggiori realtà del settore in Europa, con fortissima presenza in Italia. A distanza, quindi, di mesi dal momento in cui Micron ha presentato la domanda di accesso ai finanziamenti per la Ricerca e Sviluppo, la società - conclude la nota - ha deciso di spedire una missiva al Ministro dello Sviluppo Economico e per conoscenza al Presidente della Regione Abruzzo, per chiedere un chiarimento sulla volontà o meno del Governo Italiano di sostenere lo sviluppo dei semiconduttori in Italia e con quali strumenti”.(AGI) com/Plt

martedì 23 febbraio 2010

La ricostruzione, comunicazione e consenso

(una versione simile a questo articolo è stato pubblicato oggi, 23 febbraio 2010 sul quotidiano "Il Centro", con il titolo "La Comunicazione in tempi reali". Buona lettura.)


Comunicare oggi è ancora più importante ora che i più si rivolgono ad una me-society, in cui una parte imponente delle attività sociali passano per computer e cellulare. Non solo, sempre più spesso siamo “always on”, sempre connessi. I messaggi, le informazioni, le immagini ci giungono in tempo reale dovunque ci troviamo.
Siamo quindi ben oltre il citizen journalism in cui gli utenti si fungono inviati speciali, in-viando alle redazioni o al proprio blog notizie, immagini, video di eventi (come i video ama-toriale dell’attentato alle Torre Gemelli). Oggi, grazie ai social network, proprio i singoli u-tenti sono principali artefici della comunicazione e della creazione di notizie; messaggi scorrono, opinioni si formano e persone si organizzano con strumenti di loro uso quotidia-no. Queste reti sociali potenziate sono diventate la prima agenzia di stampa. Infatti, è dai twit su Twitter e dai post su Facebook che sono arrivate le prime notizie del Terremoto dell’Aquila. Il terremoto del 6 aprile scorso ha accelerato tale processo - l’utilizzo di Internet e dei media sociali è aumentato in modo esponenziale e l’accesso alla rete è di-ventato un bene di prima necessità, nonostante i vuoti di coperture della banda larga nei centri minori sia ancora troppo presente nel territorio colpito.
Già in situazioni normali si stima che oltre il 90% delle grandi opere nel nostro Paese subi-scono contestazioni dalle comunità locali interessate, comportando forti ritardi e ostacoli alla realizzazione delle stesse, spesso con conseguenze gravi in termini di mancato svi-luppo, tensioni sociali, perdita di competitività e di risorse.
A seguito del sisma la fame di comunicazione e di relazioni si è molto diffusa e la Prote-zione Civile, gli enti locali e la stampa si sono sforzati di soddisfare le esigenze di informa-zioni utili e comprensibili. Man mano che i problemi di prima necessità hanno iniziato a tro-vare una soluzione, anche se spesso provvisoria, la necessità di comunicazione e, soprat-tutto, di partecipazione sono aumentate.
I cittadini colpiti non vogliono solo sapere, desiderano diventare attori della ripresa della loro vita e della loro città.
Nei prossimi mesi le forze sociali locali e i singoli cittadini delegheranno sempre meno fa-cilmente le decisioni ai rappresentanti istituzionali. Il che è normale; la gente vuole capire, farsi un’opinione, avere un ruolo decisionale. La gente vuole contare.
Non tutte le decisioni troveranno consenso. Ma comunque sarebbe troppo facile incolpare i cittadini locali che si oppongo ad una data decisone di non aver capito bene, o di lamen-tarsi delle (pur prevedibili e reali) strumentalizzazioni promosse da chi ha in realtà altri fini. Una delle regole base della comunicazione è che tocca sempre all’autore del messaggio l’onere di assicurarsi che questo venga recepito.
La criticità del prossimo anno per il futuro del Capoluogo, simbolo anche della Regione, richiede quindi una gestione strategica e globale della comunicazione. Ben vengano co-municati stampa, newsletter, convegni, presentazioni di progetto ma solo se integrati con un sistema di ascolto (sondaggi, partecipazione ai new media, allestimenti di stand e altre aree di “relazione”). Svolto in maniera professionale, il dialogo con i cittadini e con le orga-nizzazioni locali funziona, perché la prima esigenza del cittadino non è essere antagonista a tutti i costi, ma piuttosto essere informato, capire vantaggi e rischi e, per quanto possibi-le, dare un contributo.


di Joshua Lawrence
Delegato Territoriale FERPI (Federazione Relazioni Pubbliche Italiana) Abruzzo-Molise

www.ferpi.it

www.ilcentro.it

http://growingabruzzo.blogspot.com

lunedì 18 gennaio 2010

LA RICOSTRUZIONE BIBLICA DELL’AQUILA (repost)

Una versione simile di questo articolo è stato ospitato su Il Centro domenica 17 gennaio. Siccome mi pare uno squardo sentito su come dev'essere approciato la rinascita della città dell'Aquila, ho chiesto di poterlo ospitare qui.
Joshua

LA RICOSTRUZIONE BIBLICA DELL’AQUILA

Dal 27 al 30 dicembre, presso il convento di Calascio, un gruppo di Gesuiti e di laici aquilani si sono incontrati per riflettere insieme sul grande tema della ri-costruzione della città. L’iniziativa è stata dettata dal tragico evento sismico che ha colpito la città dell’Aquila, ma ha rappresentato anche l’occasione per riflettere più in generale sui grandi temi della costruzione della città intesa come comunità civile nella prospettiva più propria per un cristiano di “costruzione della città dell’uomo a misura d’uomo”.
La domanda, impegnativa ma comunque ineludibile, è stata quella di approfondire se e come la Bibbia oggi, in un società secolarizzata e in un momento storico in cui sembrano prevalere integralismi rigidamente contrapposti, possa ancora dire parole significative e utili per tutti gli uomini impegnati nella costruzione della città.
Lo spunto di riflessione è stato tratto dal profeta Aggeo, la cui azione profetica si muove nel 520 a.c., allorché il popolo ebraico, finalmente tornato dall’esilio babilonese, si trova di fronte all’ardua impresa di ricostruire una Gerusalemme distrutta.
Aggeo invita a provvedere innanzitutto alla costruzione del tempio, luogo e strumento dell’identità cultuale e culturale del popolo ebraico. Invita cioè a proiettarsi in un impresa comune e condivisa (“la mia casa è in rovina, mentre ognuno di voi si dà premura per la propria casa”) che possa essere in grado di superare le visioni individualistiche (“si attendevano venti misure di grano e ce n’erano dieci”) e privatistiche (“avete seminato molto e avete raccolto poco”) e garantire invece le condizioni per una fruttuosa (il grano non “verrà a mancare”) e pacifica convivenza (“in questo luogo porrò la pace”).
Di fronte allo smarrimento degli israeliti, bloccati dal ricordo del “primitivo splendore” del tempio confrontato con le sue attuali condizioni, Aggeo invita a non aver paura (“coraggio, popolo tutto del paese…non temete”) e a non attardarsi nella nostalgia del passato per proiettarsi verso un prospettiva nuova e comunque magnifica (“la gloria futura di questa casa sarà più grande di quella di una volta”).
Al di là dei significati spirituali che questa lettura può ispirare per coloro che vivono una dimensione religiosa dell’esistenza (“parola del Signore, da oggi in poi io vi benedirò”), il profeta Aggeo quale significato può rappresentare per chi è laicamente impegnato oggi nella costruzione della città? In particolare, il messaggio profetico di Aggeo quale direzione può indicare per la ri-costruzione della città dell’Aquila, dopo la distruzione causata dal terremoto del 6 aprile?
Lungi da noi ogni lettura fondamentalistica, che negli ultimi tempi ha assunto anche forme sloganistiche di dubbio significato (“prima le chiese e poi le case…”), a noi sembra che Aggeo, profeta della ricostruzione di Gerusalemme attraverso il tempio, possa invitare tutti noi ad individuare ciò che nella storia della nostra città ha rappresentato una peculiare identità culturale in grado ora di unirci in una prospettiva condivisa di nuova costruzione, vincendo la pericolosa e paralizzante tentazione nostalgica di ricostruire ciò che era esattamente come era.
Si tratta, in altre parole, di guardare al di là degli aspetti esclusivamente materiali della ricostruzione, che spesso sono fonte di visioni e divisioni individualistiche, per individuare invece progetti in grado di unire, di mettere insieme una popolazione ancora troppo dispersa sul territorio. Una dispersione che sembra peraltro consolidarsi, in considerazione delle modalità con le quali sono stati pensati e realizzati i nuclei abitativi del progetto C.A.S.E. e che non è risolvibile solo con la rapida ristrutturazione del centro storico, inteso come mera espressione topografica e commerciale della comunità civile.
L’invito di Aggeo rivolto agli israeliti può oggi rappresentare per tutti uno stimolo a tornare a guardare all’essenziale indistruttibile, nell’individuazione di luoghi e strumenti in grado di facilitare le espressioni comunitarie della città, la cui mancanza – a guadare bene - il sisma del 6 aprile non ha causato, ma forse ha solo rivelato.


Matthias Junker
Ruggero Mariani
Roberto Museo
Stefano Necozione
Gianni Pappalepore

venerdì 8 gennaio 2010

il Centro - PIERLUIGI MANTINI: «L’AQUILA, LEGALITÀ PER LA RICOSTRUZIONE»

il Centro - Venerdì 8 gennaio 2010

L’AQUILA, LEGALITÀ PER LA RICOSTRUZIONE

di PIERLUIGI MANTINI

Le risultanze delle perizie disposte dalla Procura sulla Casa dello Studente dell’Aquila hanno generato sconforto e sgomento. Sarà il processo a stabilire le precise responsabilità e ad emanare le relative condanne. Ma quanto emerge è grave, assai grave.

Il punto essenziale è come si sia potuto autorizzare il cambio di destinazione d’uso di un magazzino in un residence universitario, senza i dovuti controlli pubblici sulle strutture.

C’è un problema di rispetto della legalità che riguarda il passato ma anche il presente e il futuro. Legalità non intesa come formalismo burocratico o ricerca ossessiva della sanzione penale ma come principio del diritto, della convivenza civile, dello sviluppo economico e sociale, delle competenze di ciascuno.

In questa difficile fase storica, L’Aquila e il territorio della ricostruzione hanno bisogno di una forte cura di legalità, in tutti i campi.

Per carità di patria, farò solo qualche esempio. Finora a L’Aquila non si sono quasi fatte gare per gli affidamenti dei lavori e dei “puntellamenti” con la giustificazione, non sempre legittima, della “somma urgenza”.

Si continua a non farne neppure per la grave questione dello smaltimento e del riciclo delle macerie, che non è stata affrontata da Bertolaso e dalla Protezione civile, ed affrontata malissimo dagli enti locali.

Si continua nella confusione e negli affidamenti diretti da parte del cosiddetto “tavolo tecnico”, con l’idea che la soluzione sia quella di riempire le cave esistenti con gli inerti, mentre la soluzione principale è certo quella del riciclo degli inerti e del riutilizzo del calcestruzzo “povero” prodotto.

Ma per fare ciò occorrerebbe mettere a disposizione del mercato poche grandi aree e fare una gara seria tra imprenditori seri ossia dotati delle attrezzature e delle qualifiche necessarie per legge. Ma non si fa. Non si rispetta la legge, la concorrenza, il mercato efficiente, non si rispettano gli interessi pubblici e le macerie stanno ancora là.

Prevalgono localismi, inefficienze, clientelismi politici. In qualche caso le gare per gli affidamenti dei lavori si iniziano a fare, con procedura abbreviata, ad esempio per le demolizioni. Ma vincono offerte con ribassi anche superiori al 70% e non risulta che il Comune dell’Aquila abbia provveduto ai dovuti riscontri dell’anomalia delle offerte.

Se non si procede con questo metodo, prescritto dalla legge, e con rigore, la ricostruzione potrebbe finire nelle mani di mafia e camorra o di imprese che lavorano sottocosto, speculando sul lavoro nero o sulle varianti in corso d’opera. Oppure si dovrebbe ammettere che le valutazioni poste a base delle gare da parte del Comune dell’Aquila sono a tal punto esagerate da giustificare simili ribassi.

E che dire del fatto che le stesse graduatorie per l’assegnazione dei moduli abitativi del progetto C.A.S.E. risultano prive di punteggio? Come si può sopportare un tale livello di illegalità e dunque di inefficienza?

Finché il diritto sarà calpestato, le professionalità trascurate, la politica continuerà a travalicare i propri limiti, la difficile sfida della ricostruzione sarà a rischio.

Il Commissario Chiodi, la nuova governance tecnica guidata da Gaetano Fontana, tutti, abbiamo chiaro che senza legalità non c’è efficienza e, come ha ammonito di recente il New York Times, c’è il rischio che le “opportunità per L’Aquila svaniscano”. Non possiamo consentirlo, ognuno faccia il suo dovere.

È tempo di esporre un Master Plan della ricostruzione e di avere regole certe e moderne, anche attraverso una legge regionale di principi e procedure. Occorre sconfiggere la cultura dell’emergenza, che tutto giustifica, e non ci aspettiamo un governo del futuro “per ordinanze e deroghe”.

Quando abbiamo promosso la candidatura di L’Aquila Capitale Europea della Cultura 2019 lo abbiamo fatto credendo in un sogno che vogliamo vivere ad occhi aperti.


www.pierluigimantini.it
www.ilcentro.it
growingabruzzo.blogspot.com
laquilacapitalecultura2019.wordpress.com

venerdì 11 dicembre 2009

Convegno all'Aquila Idee e misure concrete per il rilancio dell’economia abruzzese (12 dicembre ore 9.30-13.30)

Domani sono anch'io tra i relatori!
- Joshua


“COMUNICAZIONE E SOCIAL NETWORK NELL’ERA DEL CAPITALISMO INTELLETTUALE”

Idee e misure concrete per il rilancio dell’economia abruzzese: il contributo dei Capitalisti Intellettuali


I capitalisti intellettuali sono i nuovi protagonisti della società e dell’economia. Svolgano la propria attività lavorativa (professionisti, imprenditori, knowledge workers), utilizzano e diffondono quotidianamente le proprie competenze distintive e le proprie capacità relazionali per migliorare i processi, le imprese, i mercati ed i sistemi sociali nei quali vivono.

L'evento dell'Aquila L’Aquila (Sala delle Conferenze Carispaq, Via Strinella, 88) il 12 dicembre prossimo (9.30 - 13.30) è dedicata al tema “Idee e misure concrete per il rilancio dell’economia abruzzese: il contributo dei Capitalisti Intellettuali” ed è il secondo evento dell cicolo di forum “Comunicazione e social network nell’era del capitalismo intellettuale”.

La finalità è quella di dare un contributo, anche provocatorio in qualche caso, di idee e di misure concrete che i diversi soggetti imprenditoriali e le Istituzioni nazionali e locali possano far proprie al fine di rilanciare il tessuto economico e sociale di una terra come l’Abruzzo, ferita ma mai doma.



Programma:

L’Aquila, 12 dicembre 2009 - Sala delle Conferenze Carispaq, Via Strinella, 88 - Ore 9,30 - 13,30

9,30 – 9,45 Registrazione dei partecipanti

9,45 – 10,00 Introduce i lavori:
Sergio GAGLIANESE
Vice Pres. SINTEG - Fondatore Gruppo Capitalisti Intellettuali

Saluti:
Germana BURGARELLA - Pres. Gruppo Giovani Imprenditori e Professionisti

Modera:
Rachele ZINZOCCHI – Collaboratrice de “Il Tempo”, Cons Univ. LUISS Attiv. Web e Editoriali, Consulente Camera dei Deputati – Autrice tv

10,00 – 10,30 Relazione di base
Idee e misure concrete per il rilancio dell’economia abruzzese nell’era del capitalismo intellettuale

Angelo DEIANA
Presidente Comitato Scientifico del CoLAP, Coordinamento Libere Associazioni Professionali - Autore de “Il capitalismo intellettuale”

10,30 - 13,30 Ne discutono:

Lorenzo AIT - Scrittore, Ricercatore universitario
Roberto BARBATO - Presidente FRIMM Holding Spa
Andrea CIARAMELLA – Docente BEST Politecnico Milano
Stefano CORDERO DI MONTEZEMOLO – Pres. AIMBA, Academy of MBA’s
Francesco DI CASTRI - Presidente SINTEG
Giuseppe FORTUNATO – Presidente Civicrazia, Membro Garante Privacy
Joshua John LAWRENCE – FERPI Abruzzo, Insider Strategic Relations
Pierluigi MANTINI – Comm. Giustizia, Università di Milano
Mario PIRILLO – Europarlamentare Comm. Ambiente, Sanità,Sic. Alimentare
Gabriel SIMONCINI – Ass. Prof. Political Science John Cabot University
Mario TASSONE - Presidente COPIT, Com. Parlam. Innovazione Tecnologica
Maurizio VICARETTI – Pres. Ord. Ing. Prov di PESCARA D.T. Saccomandi srl

13,30-14,00 Conclusioni

Massimo CIALENTE - Sindaco L’Aquila Stefania PEZZOPANE – Presidente Provincia L’Aquila



***

CICLO DI FORUM

“COMUNICAZIONE E SOCIAL NETWORK NELL’ERA DEL CAPITALISMO INTELLETTUALE”


Il capitalismo intellettuale è la rivoluzione silenziosa del terzo millennio. L’uomo ritrova un posto centrale nel sistema socio-economico perché tramonta il modello dello sfruttamento meccanico di capitale e lavoro e la conoscenza diventa il motore fondamentale dell’innovazione e della capacità concorrenziale di imprese e sistemi-Paese. Il nuovo capitalismo antropocentrico si sviluppa sul valore economico della creatività, della professionalità e dell’innovazione tecnologica. E’ la sintesi finale, la simbiosi vincente, la saldatura competitiva tra economia, conoscenza e tecnologia.

In questo ambito, i capitalisti intellettuali sono i nuovi protagonisti della società e dell’economia. Tali soggetti, comunque svolgano la propria attività lavorativa (professionisti, imprenditori, knowledge workers), utilizzano e diffondono quotidianamente le proprie competenze distintive e le proprie capacità relazionali per migliorare i processi, le imprese, i mercati ed i sistemi sociali nei quali vivono. In tal modo, forti della consapevolezza del proprio capitale intellettuale e della propria singola imprenditorialità personale, esprimono una forza economica, sociale ed etica in grado di condizionare la propria organizzazione e l'ambiente che li circonda (gli stakeholders esterni). Quando poi entrano in collegamento attraverso i social network riescono a diffondere, nelle reti locali o globali, non solo la propria conoscenza ma anche il desiderio profondo di ciascuno di loro di tendere all’affermazione di un proprio modello culturale, relazionale e imprenditoriale. In altre parole, all’affermazione della propria visione del mondo.

E’ sulla base di queste considerazioni che è nato il ciclo “Comunicazione e social network nell’era del capitalismo intellettuale”. Questo appuntamento del ciclo avrà luogo a L’Aquila (Sala delle Conferenze Carispaq, Via Strinella, 88 ) il 12 dicembre prossimo (9.30 - 13.30) e sarà dedicata al tema “Idee e misure concrete per il rilancio dell’economia abruzzese: il contributo dei Capitalisti Intellettuali”.

La finalità è quella di dare un contributo, anche provocatorio in qualche caso, di idee e di misure concrete che i diversi soggetti imprenditoriali e le Istituzioni nazionali e locali possano far proprie al fine di rilanciare il tessuto economico e sociale di una terra come l’Abruzzo, ferita ma mai doma.


Per Ulteriori Informazioni:
Joshua Lawrence, forwarditalia@tiscali.it 328 0553 470