giovedì 31 gennaio 2008

Emigrati, un motore di sviluppo per L’Abruzzo

L’Abruzzo è una regione carica di risorse non espresse al massimo delle loro potenzialità. In un quadro economico preoccupante come quello illustrato dagli ultimi dati Svimez (tasso di crescita negativo del -1,7%, nel 2004, il peggior risultato dell’Italia) brillano aziende come Brioni e De Cecco e multinazionali leader del proprio settore come la Honda e la Micron. Nonostante una situazione di risorse limitate che sta attraversando da anni sistema universitario e di ricerca a livello nazionale, Abruzzo è casa per tre univiversità di qualità e altri istituti di ricerca che esprimono centri di eccellenza nazionali e europei e che stanno aumentando gli sforzi di collaborazione con il territorio.

Il mercati del turismo delle aree protette e dei luoghi della cultura sono tra i comparti del mercato turistico europeo con il maggior tasso di crescita in italia ed in europa (secondo Jean-François Omnes, Vice Capo dell’Unità Turismo della DG Imprese e Industria della Commissione Europea, il tasso di crescita dell’ecoturismo si gira attorno all’8% annuo). I parchi nazionali e altre aree protette della Regione, le città d’arte, i borghi storici poco incontaminati dove ancorare sopravivono tradizioni secolari, le ricchezze enogastronomiche, la vicinanze a grandi centri urbani e ad aeroporti, rilevano che la regione ha la potenzialità di un sviluppo turistico paragonabile a quelli umbri, toscani, o dell’Italia alpina.

L’ottima scelta del Prof. Vincentelli come consulente della Regione per l’innovazione e sviluppo è un segnale positivo dell’impegno del Presidente Del Turco e dell’Assessore Bianchi per il rilancio dell’economia regionale. Il Professor di Berkley ha l’esperienza, le conoscenze, e le capacità di poter far leva sui punti di forza dell’economia regionale per cominciar a far sistema per lo sviluppo. Tocca ad amministratori, imprenditori, e alle persone che lavorano ad evitare che si rimane bloccate da atteggiamenti e comportamenti controproducenti.

Ma la nomina del Prof. Vincentelli, e ancora più importante, la sua disponibilità ad accettare l’incarico, dovrebbe sottolinear un altro delle risorse poco espresse della Regione: i suoi emigrati (il suo padre di Vasto). Che siano rappresentanti recenti della “fuga dei cervelli”, o immigrati di prima, seconda e terza generazione che vivono all’estero o nei principali centri economici dell’Italia, conosciamo tutti qualcuno dei nostri amici o parenti che hanno trovato un certo livello di successo altrove.

L’”Etna Valley” a Catania è nato in parte grazie ad emigrati illustri. Pistorio, l’allora Presidente di ST Microelettronica e Elio Catania, l’allora Amministratore Delegato di IBM Italia, insieme ad altri emigrati dalla Sicilia hanno collaborato per lo sviluppo delle propri terre di origine. Su scala mondiale, la Cina non avrebbe potuto raggiungere i suoi livelli attuali di sviluppo economico se non fosse per coloro che hanno studiato e lavorato o fatto l’imprenditore nell’Occidente per poi tornare in patria e per la rete di conoscenze e risorse messe a disposizione dei loro connazionali stabilitosi nel mondo. Più vicino a casa, molti prodotti tipici della regione e una parte importante del turismo abruzzese deve una parte significativa dell’attuale relativa prosperità agli emigrati e alla passaparola da loro generata.

Sarebbe un peccato non cercare maggiormente ricercare sinergie finanziari, professionali, emotive e culturali degli abruzzesi all’estero, estendendo il concetto di “far sistema” anche a loro. Ma per essere efficace, gli sforzi devono andare oltre il “fai da te” casuale del momento e applicare in modo ragionato e mirato gli strumenti e la progettualità del marketing territoriale. Quindi le pur lodevoli attività del CREI e altri associazioni che ci collegano con gli abruzzesi all’estero, che in questi anni hanno fatto molto per mantenere vivi i contatti, non basteranno per il futuro, anche se possano contribuire ancroa molto. Invece, sarà necessario sviluppare, mantenere e monitorare banche dati degli abruzzesi all’estero che tiene conto dei loro successi e dei settori in cui operano, cercando a far leva sulle tradizioni che mantengono vivi il loro legame con la Regione in modo che possano fungere ancora di più come “testa di ponte” dei prodotti tipici e industriali abruzzesi nei mercati esteri. E sarà necessario svolgere attività di marketing territoriale che li tenga in mente per poter facilitare lo sviluppo del nostro territorio.

È deve andare oltre la porchetta e una serata di liscio e qualche bel ricordino da mettere in valigia.

di Joshua Lawrence




1 commento:

GrowingAbruzzo ha detto...

NDR pubblicato su Il Centro nell'agosto del 2005 - ma ancora valido oggi